Biodiversità, acqua e turismo: una convivenza possibile?
Quando parliamo di ambiente da proteggere, a tutti viene in mente un bel paesaggio, magari un posto dove siamo andati in vacanza che ci è sembrato perfetto e armonico.
La bellezza del paesaggio, l’aria pulita, l’acqua limpida e la biodiversità animale e vegetale sono tutti benefici che otteniamo dalla natura senza che, nella maggior parte dei casi, ci sia richiesto di dare qualcosa in cambio. Spesso però l’eccessivo sfruttamento di una di queste componenti può portare grossi problemi agli altri, ed ecco perché bisogna intervenire con politiche e iniziative per garantire che le risorse si conservino e possano continuare ad offrirci i benefici di cui godiamo oggi.
Ad esempio, nelle aree in cui il prelievo di acqua potabile o impianti di depurazione obsoleti comportano dei rischi sugli habitat locali, i gestori del Servizio Idrico Integrato sono tenuti a quantificare gli impatti sul territorio (Costi Ambientali e della Risorsa) e ad adottare adeguate misure di mitigazione e compensazione. Un caso è quello del bacino del fiume Brenta, in Veneto, dove è stato sviluppato un progetto pilota per poter inserire queste misure nella tariffa dell’acqua, ed essere così sicuri che l’utilizzo potabile non generi danno alla biodiversità locale, in linea con quanto richiesto dalla Direttiva Quadro Acque e dal Decreto 39/2015 (scopri di più su parcofiumebrenta.it).
Il turismo rientra tra le attività umane che hanno impatti negativi sulle risorse naturali. Specialmente durante i picchi stagionali, la capacità del territorio è sottoposta a pressioni elevate, tra cui i consumi straordinari di acqua ed energia e la produzione di rifiuti. Negli ultimi anni si è fatta però viva la consapevolezza, da parte del settore turistico, della necessità di un cambio di approccio: da un turismo che toglie a un turismo che dà.
Proprio dove nasce il fiume Brenta in Trentino, attorno ai laghi di Levico e Caldonazzo, si sviluppa la destinazione Valsugana-Lagorai, prima al mondo ad aver conseguito la certificazione del Global Sustainable Tourism Council. Il GSTC è un organismo internazionale nato dalla spinta del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente e dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, per promuovere la sostenibilità e la responsabilità sociale del sistema turistico.
In seguito al percorso partecipativo con la comunità locale, coordinato da Etifor Spin-off dell’Università di Padova, Apt Valsugana si è riposizionata da Agenzia per il Turismo ad Agenzia per il Territorio. Un cambio di approccio che ha portato ad avviare e valorizzare diverse progettualità come Levico Comune Amico delle Api, i riconoscimenti Bandiera Blu e il Biolago a Castello Tesino.
In questo nuovo contesto, le comunità organizzate chiedono ai propri ospiti non solo di preservare il territorio attraverso una fruizione responsabile delle risorse, ma anche di migliorarlo. Tra le destinazioni turistiche che adottano un modello di “turismo rigenerativo”, c’è l’Alta Badia, area ladina della Provincia Autonoma di Bolzano. In seguito ai danni causati dalla tempesta Vaia, Alta Badia Brand ha deciso di intraprendere un progetto di riforestazione attraverso la piattaforma WOWnature. Cittadini, operatori e turisti hanno potuto contribuire acquistando nuovi alberi e partecipando ad uno degli eventi di impianto: un’occasione non solo per portare valore al territorio, ma anche per prendere consapevolezza degli impatti dell’uomo sugli ecosistemi locali.
Di Federica Bosco, Giulia Amato, Alessandro Leonardi
Etifor | Valuing Nature
etifor.com