Rendicontazione non finanziaria. Arriva la “doppia materialità”
Dapprima nella normativa europea del 2019, in seguito nelle bozze dei nuovi standard europei di rendicontazione di sostenibilità (European Sustainability Reporting Standards–ESRS), viene introdotto il concetto di doppia materialità. Da una rendicontazione a “materialità singola”, dove la valutazione indaga l’impatto delle condotte aziendali sulla società e sull’ambiente, si passa ad un concetto di “materialità doppia”, dove l’impresa è chiamata a misurare anche gli effetti finanziari che si ripercuotono sui risultati aziendali.
Non si tratta di condurre due materialità, ma di valutare le tematiche materiali (rilevanti) da un duplice punto di vista con un maggiore spessore di valutazione.
Tutto ciò si inserisce nel framework europeo della CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) che dovrebbe trovare applicazione a partire dal 2024 per le imprese che già rendicontano. Tali obblighi saranno estesi a tutte le imprese di grandi dimensioni a decorrere dal 2025 e alle PMI quotate dal 2026. Si chiede quindi alle imprese di prendere consapevolezza dei propri impatti e del ruolo strategico ricoperto dalla propria attività nel territorio e nell’ambiente economico in cui operano.
Secondo un’indagine del Laboratorio REF Ricerche sulla diffusione delle tematiche di sostenibilità nel settore idrico (sono state considerate le tematiche materiali più diffuse di 47 aziende che hanno redatto un documento di sostenibilità successivo al 2018 e che svolgono un’analisi di materialità), quelle ambientali sembrano essere maggiormente rendicontate dai gestori in ottica di attuazione della CSRD e dell’applicazione degli ESRS. Ciò condurrebbe ad una analisi di doppia materialità più agevole, avendo già consapevolezza delle tematiche e degli impatti che si dovranno valutare in ottica di interdipendenza tra azienda e contesto esterno. Aspetti sociali e di governance, sempre più in auge nelle normative emergenti, come il rispetto dei diritti umani e la presenza di una strutturata governance di sostenibilità, non risultano ad oggi sufficientemente diffusi.
La trattazione di tali tematiche, l’introduzione di nuovi strumenti quali la due diligence, permetteranno di intercettare gli impatti potenziali e reali, subiti e generati nell’intera catena del valore ed essere, così, funzionali alla transizione verso un modello di business sostenibile e carbon neutral.
Il livello di conoscenza e di esperienza consolidata sino ad oggi, fungerà da discriminante per le imprese che approcceranno la doppia materialità e fornirà la base di partenza per intraprendere questa nuova sfida nel panorama della rendicontazione di sostenibilità, ma soprattutto nella strategia di business.
Donato Berardi, Partner REF Ricerche
Samir Traini, Partner REF Ricerche
Giulia Alberti di Catenaja, Senior consultant REF Ricerche
Rebecca Gironi, Business Analyst REF Ricerche