Un mare di plastica
Il Commissario europeo per l’ambiente Sinkevičius: serve una legge universale per tutto il ciclo di vita di questo materiale.
L’inquinamento causato dalla plastica è ormai una delle emergenze ambientali più gravi al mondo. Per il WWF, l’Italia è il maggiore produttore di manufatti in plastica dell’area mediterranea e il secondo più grande produttore di rifiuti. Cinque tra le dieci città più inquinanti per la plastica del bacino europeo sono italiane: Roma, Milano, Torino, Palermo e Genova.
Al 2022, il peso di tutta la plastica presente nei mari e negli oceani della Terra era di 8 miliardi di tonnellate. Secondo l’ultima indagine di Legambiente, il 32% dei mari e laghi nella nostra penisola è inquinato con rilevamenti oltre i limiti di legge. L’associazione ecologista ha rilevato come ogni cento metri di spiaggia ci siano quasi mille rifiuti, oggetti e involucri di vario tipo di cui il 72,5% è composto proprio da plastica. Questa dispersione e accumulo di materie plastiche nell’ambiente provoca enormi danni alla vita umana, oltre che all’habitat di flora e fauna selvatica. Quasi la totalità degli organismi marini viene a contatto con la plastica, producendo effetti disastrosi anche sulla nostra catena alimentare.
“L’inquinamento da plastica ha gravi conseguenze per le specie marine, la salute umana e l’ambiente”, ci spiega il lituano Virginijus Sinkevičius, 32 anni, Commissario europeo per l’ambiente, gli oceani e la pesca. La principale causa di plastica nelle nostre acque – continua il rappresentante europeo – è la malagestione dei rifiuti a terra e in mare. Bisogna adottare una strategia integrale, concentrandoci sulla prevenzione degli sprechi, sull’aumento del riciclo e migliorando le acque reflue e le industrie marittime. “Alcuni degli effetti dannosi dei rifiuti marini di plastica sui pesci, sul turismo, sulla pesca e sull’economia possono essere affrontati attraverso nuove leggi, incoraggiando un cambiamento nei modelli di consumo e di produzione. È fondamentale a tutti i livelli politici anche il monitoraggio costante dell’ambiente marino”, afferma Sinkevičius.
Per il delegato della Presidente Ursula von der Leyen, ciò di cui abbiamo veramente bisogno è un approccio globale. “Implementando strategie pratiche e lavorando insieme, possiamo compiere progressi significativi nella riduzione dell’inquinamento causato dalla plastica e nella protezione dei nostri ecosistemi marini per le generazioni future”. Da promotore dell’European Green Deal e reduce dal successo nell’approvazione a sorpresa della sua Nature Restoration Law, sottolinea che l’Europa sta aprendo la strada in questa direzione attraverso una serie di azioni. Nel pacchetto di ambiziose proposte, la protezione delle coste ha un ruolo centrale. Con il piano di azione Zero Pollution, l’Unione Europea entro i prossimi sette anni intende ridurre i rifiuti di plastica in mare almeno del 50% e i rilasci di microplastica del 30%. La Marine Strategy Framework Directive aiuta a mappare i rifiuti di plastica, impostare obiettivi e sviluppare linee di riferimento. In aggiunta alla legislazione europea sulla gestione dei rifiuti, la European Strategy for Plastics in a Circular Economy comprende politiche contro i rifiuti di plastica.
Sono in corso negoziati intergovernativi per un nuovo trattato vincolante sull’inquinamento da plastica che include una cooperazione con i paesi vicini e sforzi globali. L’anno scorso, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha pubblicato una ricerca secondo la quale tra il 1950 e il 2015 solo il 9% dei rifiuti di plastica sono stati riciclati. L’organismo internazionale ha lanciato un appello per una risposta mondiale e coordinata in grado di far fronte a questo grave problema per il pianeta. Il Commissario Sinkevičius è determinato a raggiungere entro la metà di questo secolo la neutralità climatica, un’economia circolare, pulita e rispettosa della natura. Il nostro uso eccessivo delle risorse – precisa – sta alimentando il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l’inquinamento, delle cui conseguenze l’Italia è stata testimone in prima persona. “Il Patto verde europeo rappresenta il nostro sforzo per fornire una risposta sistematica e un metodo comprensivo per raggiungere tutti gli obiettivi, il nostro biglietto per un’Europa più verde e resiliente. Quando ci prendiamo cura dell’ambiente, ci stiamo prendendo cura di noi stessi. Non sarà facile raggiungere gli obiettivi – aggiunge – ma sta a noi mostrare la volontà politica ed essere uniti come società”.
Pochi mesi fa, Sinkevičius è stato a Milano dove ha visitato il Bosco Verticale insieme all’autore e architetto Stefano Boeri, dichiarando la sua volontà di aiutare i territori a migliorare la gestione delle risorse naturali, soprattutto idriche. I controlli europei sulla presenza di nano-plastiche nell’acqua potabile sono stringenti e garantiscono alti standard di qualità. “Nelle nostre vite vogliamo più acqua di rubinetto e meno acqua in plastica”, dice. Il responsabile europeo dell’ambiente prevede che la produzione di plastica sarà triplicata prima del 2060 e il suo obiettivo è garantire un consumo sostenibile. Un recente rapporto britannico ha evidenziato con preoccupazione che 218 milioni di persone (come il totale degli abitanti di Francia, Regno Unito e Germania) tra le più povere al mondo siano a rischio di inondazioni più gravi e frequenti causate dai rifiuti di plastica. Di queste, circa 41 milioni sono bambini, anziani e persone con disabilità. I ricercatori di Resource Futures e Tearfund scrivono che negli ultimi anni si sono verificate inondazioni più gravi a causa dei rifiuti di plastica che hanno bloccato i sistemi di drenaggio. In molte comunità, i rifiuti di plastica costituiscono un moltiplicatore del rischio e questa è solo una delle tante conseguenze dell’inquinamento da plastica nelle nostre vite. Solamente un’azione congiunta e immediata può evitare un futuro caratterizzato da tuffi in isole di rifiuti galleggianti. “Per fermare la crisi servono norme mondiali per tutto il ciclo di vita della plastica”, conclude il Commissario europeo Sinkevičius.
di Simone Baglivo
Virginijus Sinkevičius, 32 anni, è Commissario europeo per l’ambiente e gli oceani dal 2019, quando è stato nominato da Ursula von der Leyen ed è in assoluto il più giovane commissario europeo. Lituano, è stato ministro dell’Economia e dell’Innovazione nel Paese d’origine. Deciso sostenitore del Green Deal – secondo alcuni critici anche troppo – ha promosso politiche per la riduzione delle plastiche non riciclabili. Dal 2021 ha introdotto a livello europeo il divieto di esportazione dei rifiuti di plastica non riciclabili al di fuori dell’area OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economico. L’obiettivo è promuovere l’economia circolare e responsabilizzare gli stati dell’UE sulla produzione e lo smaltimento dei propri rifiuti. Nel 2018 Virginijus Sinkevičius è stato incluso nell’elenco dei 100 giovani più influenti al mondo nel governo da Apolitical.
Simone Baglivo – 23 anni, romano – comincia a far parlare di sé a 17 anni, quando il Presidente Sergio Mattarella lo ha nominato Alfiere per il suo impegno civile a favore della riqualificazione della Capitale, socio più giovane e responsabile della Comunicazione di Retake Onlus, associazione per la cura dei beni comuni. Nel marzo 2020 è stato il producer della troupe di Sky International guidata dal pluripremiato reporter Stuart Ramsay. Si deve a loro il reportage “A warning from Italy” che per primo mostrò al mondo le immagini della pandemia nelle città più colpite della Lombardia. Il servizio ha collezionato milioni di visualizzazioni, vinto un Emmy Award e soprattutto convinto la Gran Bretagna a iniziare politiche di contrasto alla pandemia. Producer per Sky news UK ed Euronews, reporter per l’Espresso, oggi si occupa fra le altre cose di lotta alla criminalità organizzata e temi ambientali.