Viaggi sostenibili: l’unica opzione percorribile
L’economia del turismo è cresciuta continuamente negli ultimi sessant’anni, arrivando a ricoprire una posizione rilevante nella creazione di posti di lavoro e nello sviluppo economico. Nei Paesi ocse, il turismo contribuisce in media al 4,4% del pil, al 6,9% dell’occupazione e al 21,5% delle esportazioni legate ai servizi. I dati forniti dal World Travel and Tourism Council (wttc) rendono ancora più chiara la rilevanza del turismo a livello economico: nel 2019 il 9,5% del pil dell’Unione Europea e l’11,2% dell’occupazione erano direttamente e indirettamente imputabili al settore turistico (wttc, 2020). Nel 2019 il settore occupava circa 330 milioni di persone in tutto il mondo, ossia il 10,3% degli occupati a livello globale.
La pandemia Covid-19 ha, ovviamente, impattato notevolmente sul settore ma nel 2022 i segnali di ripresa sono più che incoraggianti. A fronte di tale importanza dal punto di vista economico corrisponde anche un impatto ambientale che per anni è stato erroneamente sottovalutato. Uno studio, pubblicato nel maggio del 2019 sulla rivista Journal Nature Climate Change, ha infatti quantificato nella misura dell’8% delle emissioni di anidride carbonica dell’economia globale il peso ambientale del turismo. In paesi ad alta vocazione turistica come le Maldive, Mauritius, Cipro e le Seychelles, il turismo internazionale rappresenta tra il 30 e l’80% delle emissioni nazionali (Lenzenet al., 2018).
Riscaldamento globale e distruzione della biodiversità impatteranno fortemente sulla sostenibilità e sull’attrattività di alcuni territori. Ecco, quindi, che se da un lato, l’industria del turismo può essere una delle maggiori vittime economiche del cambiamento climatico, d’altra parte, anche il più ampio settore del turismo contribuisce in modo significativo alle emissioni di gas serra.
Finalmente il tema appare essere considerato sia dai turisti e dagli operatori turistici più attenti e lungimiranti, sia dalla comunità accademica.
Dieci anni fa lo studio “Climate Change and Tourism: An Overview” (2012) ha tracciato l’evoluzione dell’interesse accademico per il turismo e il cambiamento climatico. Secondo tale studio la crescita dell’interesse per il cambiamento climatico in generale è stata accompagnata anche dall’interesse sulla sostenibilità del turismo e negli ultimi dieci anni i contributi sono aumentati ulteriormente.
A fronte del crescente ricorso al termine “turismo sostenibile” ossia quella forma di turismo che prende in considerazione i suoi immediati e futuri impatti sociali, economici, ambientali e culturali, e che cerca di conciliare l’attività turistica con i bisogni delle località e dei nativi (UNWTO, UNEP, 2005) è doveroso definirne meglio le caratteristiche principali per evitare di essere inondati dall’utilizzo di un’etichetta accattivante quanto inconsistente.
È concreto il rischio che alcuni operatori turistici si limitino ad aggiungere “sostenibile” a proposte turistiche non realmente compatibili con le esigenze del pianeta e dei suoi abitanti. È quindi opportuno richiamare il contributo Making Tourism More Sustainable (2005) redatto dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) che permette di definire con precisione le caratteristiche imprescindibili per qualificare un’offerta turistica come realmente sostenibile se in linea con tre aree tematiche: ambientale, socioculturale e socioeconomica.
In riferimento alla prima area il turismo deve essere compatibile con l’imperativo di conservare la biodiversità, di tutelare l’ecosistema e di utilizzare le risorse naturali con equilibrio e ponderazione. Il rispetto dell’area socioculturale sottolinea il necessario rispetto nei confronti delle cosiddette “host communities” in termini di sfera culturale e valoriale (Brunt & Courtney, 1999). Infine, l’area socioeconomica, richiama la necessità di uno sviluppo equo e sostenibile, foriero di posti di lavoro stabili ed equamente retribuiti.
La lettura combinata dei dati sull’impatto ambientale e sulla crescita del turismo non possono che richiamare con forza la necessità di scelte consapevoli dei turisti, di investimenti convinti verso la reale sostenibilità da parte degli operatori del settore e di attenzione costante da parte delle istituzioni pubbliche. A noi la scelta: il turismo responsabile, così come sopra descritto, deve diventare la regola e non l’eccezione affinché viaggi e relax continuino a essere strumento di conoscenza e incontro tra culture, di benessere personale e collettivo e occasione di scoperta delle meraviglie della natura.
Di Davide Giacomini
Articolo pubblicato sul numero 6 di Riflessi, giugno 2022